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www.consorzioetnadoc.com @ All Right Reserved 2022 | Sito web realizzato da Flazio Experience ​

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autoctone dell'Etna

VITIGNO

CARRICANTE

VITIGNO

CATARRATTO

NERELLO

MASCALESE

NERELLO

CAPPUCCIO

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E’ in questo territorio che vengono coltivate le uve autoctone dell’Etna: nerello mascalese e nerello cappuccio per rossi, rosati e spumanti, carricante e, in minor misura, catarratto per i bianchi. Il primo tra questi è sicuramente la varietà principale della zona e si presume sia originario della Contea di Mascali, un vastissimo territorio che, a partire da alcune donazioni normanne del XII secolo e fino ai primi dell’800, comprendeva oltre all’attuale Comune di Mascali, parte dell’Acese, gran parte delle falde orientali e nord orientali del vulcano e persino molte plaghe del messinese.​Vitigno difficile il nerello, molti lo paragonano al nebbiolo per la maturazione tardiva (seconda decade di ottobre) e al pinot nero per quanto riguarda la sensibilità all’annata e al territorio di appartenenza .

Dalla fine degli anni 90 è stato un crescendo di produttività e una gran fioritura di cantine e nuove aziende vinicole. Ciò ha portato a una grande valorizzazione del territorio, a un natu­rale sviluppo della produttività e ad un notevole miglioramento della qualità dei vini.

 

La storia recente della coltivazione è caratterizza­ta da un periodo particolarmente florido e positi­vo, lo sviluppo di nuovi vigneti, l’incremento del­la professionalità e dell’occupazione, numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.

NERELLO

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MASCALESE

l Nerello è il rosso simbolo dei vini dell'Etna e come gli altri vini nati sul vulcano nasce da viticoltura eroica. Qui le condizioni di viticoltura sono estreme: la pendenza dei terreni obbliga spesso a fare tutte le operazioni in vigna manualmente, e le escursioni termiche sono molto forti. Il Nerello Mascalese ha una storia che si perde nella notte dei tempi tanto che il vino ottenuto da queste uve a bacca rossa ha visto in epoca romana un successo qualificante.

E’ la varietà di uva più diffusa nell’areale etneo. La pianta si riconosce per il suo portamento eretto e le sue foglie cuneiformi o pentagonali con 3 o 5 lobi. Il grappolo è lungo, mediamente compatto spesso con presenza di ali molto evidenti. Gli acini hanno buccia spessa e sono di colore rosso scuro violetto. La varietà si caratterizza per un germogliamento medio, intono alle 3° decade di marzo, e per un’epoca di raccolta medio tardiva.

I vini si caratterizzano per una buona gradazione alcolica, elevata acidità totale, colore rosso rubino poco intenso, sentori fruttati di elevata intensità e un buon equilibrio e astringenza. Il Nerello viene utilizzato per la produzione degli Etna DOC Rosso, Rosato e Spumante. 

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NERELLO

CAPPUCCIO

Deve il suo nome al particolare portamento della chioma a mantello o a cappuccio della pianta coltivato ad alberello. Ha una foglia grande cuneiforme ed intera. Il grappolo del Nerello cappuccio ha una lunghezza media e spesso compatto. Gli acini hanno forma sferoidale e la buccia di colore blu nero. Ha un ciclo vegetativo lungo con germogliamento ed epoca di raccolta molto tardiva.

 

I vini hanno una gradazione alcolica contenuta ed una buona acidità totale e si caratterizzano per un colore rosso intenso. All’olfatto ha un intenso sentore floreale e fruttato di ciliegia e al gusto presentano una elevata struttura.  Il Nerello Cappuccio può entrare nella composizione dei vini Etna DOC Rosso, Rosato e Spumante

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CARRICANTE

Il carricante è un antico vitigno a bacca bianca da sempre coltivato sulle pendici del vulcano, soprattutto alle altitudini più elevate, dove, a volte, il nerello mascalese fatica a completare la sua maturazione. Il suo nome deriva dall’espressione siciliana “u carricanti”, che sottolinea l’abbondante produzione delle sue piante, capaci di riempire i carri d’uva. È tradizionalmente coltivato secondo l’uso ad alberello, su suoli di sabbie vulcaniche ricche di minerali. Il suo terroir d’elezione è lo splendido paesaggio del versante orientale dell’Etna, che dalla sommità del vulcano scende verso il mare. Il clima fresco e le notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte, contribuiscono a donare alle uve profumi e aromi intensi. In passato, il carricante era spesso vinificato in uvaggio con altri vitigni coltivati sull’Etna, come catarratto, minnella bianca e inzolia. Il Carricante ha una foglia di medie dimensione e un grappolo cilindrico o conico. Gli acini sono di medie dimensioni con colore della buccia da verde- giallo. Il Carricante ha una elevata e costante produttività. Il vino in purezza ha una colorazione giallo paglierina con riflessi da verdi a giallo carico. Il profumo è molto complesso e intenso, caratterizzato da intensi sentori di fiori di agrumi. Al sapore può risultare sapido e con una media persistenza aromatica. Oggi viene sempre più spesso vinificato in purezza e costituisce la base principale dell’Etna Bianco Doc per un minimo del 60% che sale all’80% nell’Etna bianco superiore.

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CATARRATTO

Il catarratto, varietà a bacca bianca, non solo tra le più antiche, ma anche di maggior personalità e carattere, è un vitigno vigoroso e produttivo.

 

Le vigne sono tradizionalmente coltivate ad alberello, con potatura corta e pochi grappoli per pianta, in modo da ottenere uve dalla buona concentrazione aromatica.  Il Catarratto presenta una grande variabilità intravarietale con foglie di medie dimensioni spesso pentagonale e con grappolo di forma e lunghezza molto variabile. Contribuisce alla composizione dell'Etna Bianco per un massimo del 40%.

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